Riciclare i prodotti potrebbe risultare più difficile del previsto, anche per convinzioni errate su dove gettare cose di uso comune.
Bisogna scindere quella che è l’indicazione generale che viene fornita ormai anche sui prodotti per facilitare il riciclo, da quelle che sono invece le informazioni dettagliate del singolo Comune di residenza che possono subire piccole modifiche in base all’organizzazione. Mentre alcuni ad esempio ammettono la condivisione di plastica ed alluminio, in altri casi questi elementi vanno separati, per fare un esempio pratico.
Quindi è importante non solo avere un quadro generale ma sempre informarsi attentamente anche perché il mancato riciclo o errori importanti danno seguito a ripercussioni nette con multe anche molto salate per l’intero condominio. Vale pertanto la pena capire bene come suddividere le cose e soprattutto come non farsi ingannare da alcuni prodotti.
Prodotti per la casa: come riciclarli correttamente
Quando un prodotto viene posizionato erroneamente oppure non suddiviso correttamente, si genera un deficit nella catena che ne consente il riciclo e quindi il recupero. Diventa un vero problema perché in questo modo non è possibile sfruttare questa possibilità. Quindi bisogna prestare massima attenzione soprattutto quando si tratta di prodotti composti da più elementi, ad esempio la bottiglia che è generata con un tappo e con l’etichetta, ognuno dei quali va riposto in un contenitore differente.
Si definisce downcycling il fallimento del processo di riciclo, bisogna prestare molta attenzione soprattutto alla plastica e a quei prodotti che danno seguito all’uso di elementi in plastica anche aggiuntiva e che possono poi essere scomposti. Quando ci sono impianti meccanici con i sensori ottici, tutto avviene automaticamente, ma quando questi non ci sono la situazione si complica. Il problema principale e l’errore che tutti commettono e che può costare caro è sicuramente quello di non separare l’etichetta dal prodotto. In realtà questo gesto andrebbe fatto sempre anche laddove si procede a gettare i due elementi nel medesimo contenitore.
In questo modo infatti vengono differenziati facilmente i polimeri che compongono il materiale e quindi in fase di scarto risulta ancora più semplice. Ad esempio si genera la differenziazione tra il PET delle bottiglie di plastica, l’HDPE dei tappi o flaconi dei detersivi, il PP che invece riguarda contenitori per alimenti, il LDPE per i sacchetti della spazzatura, il PS per il polistirolo, il PVC per prodotti vari. Sono tutti nel medesimo contenitore ma talvolta è necessario suddividerli quindi fare attenzione anche a piccoli dettagli come le etichette aiuta a facilitare questo processo.