Un bonus del valore di 100 euro destinato ad alcune categorie di lavoratori. Scopriamo di che cosa si tratta e come richiederlo.
Era già previsto nel 2023 e tornerà anche nel 2024 grazie ad una proroga decisa dal governo Meloni. Si tratta di un bonus del valore di 100 euro destinato ad alcune specifiche categorie di lavoratori. Non tutti lo sanno ed è bene conoscere i dettagli di questa misura riconfermata allo scopo di sostenere i redditi più bassi andando di fatto a ridurre per quanto possibile la pressione fiscale.
Inoltre occorre aggiungere che l’importo è previsto direttamente in busta paga e non occorre fare richiesta in quanto l’erogazione avviene in automatico a chi ne ha diritto. Entriamo dunque nel merito della misura da 100 euro mensili: molti forse ricorderanno che in passato era già prevista ma la cifra versata in busta paga insieme allo stipendio ammontava ad 80 euro.
Successivamente sono andati cambiando i limiti reddituali entro i quali avere diritto a questo bonus e con essi anche il nome dell’erogazione. Infatti è nata per decisione dell’allora premier Matteo Renzi con il nome di ‘Bonus Renzi’ ma oggi è nota come Trattamento Integrativo ed è una misura statale rivolta ad un’ampia fetta di lavoratori dipendenti. Ebbene stando a quanto inserito nella legge di Bilancio 2024 non vi saranno moltissimi cambiamenti in merito ai requisiti per ottenere il contributo. In effetti l’unica novità riguarderà la modalità di calcolo conseguentemente ad una serie di interventi sulle detrazioni inseriti in Manovra. Pertanto il limite reddituale per ricevere i 100 euro mensili resterà, come per il 2023, di 15mila euro. Invece nel caso di reddito annuale compreso tra 15mila e 28mila il bonus sarà previsto soltanto nel caso in cui la “somma delle detrazioni fiscali spettanti” supererà “l’imposta lorda dovuta”. Gli esperti ricordano che l’importo del credito Irpef è calcolato come la differenza tra detrazioni ed imposta lorda, fino a 1200 euro l’anno.
Al bonus non hanno diritto i pensionati nonché chi è titolare di redditi professionali, chi ha partita Iva perché titolare di impresa o come lavoratore autonomo. Invece anche i redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente potranno riceverlo, a patto che le condizioni precedenti vengano rispettati. Per fare un esempio i lavoratori delle cooperative sono inclusi e così anche nel caso di assegni per l’addestramento professionale o compensi percepiti “a carico di terzi dai lavoratori dipendenti per incarichi svolti in relazione a tale qualità”.
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