Il cancro è una malattia che ancora fa paura e per la quale non sono disponibili molte soluzioni. Grazie a una scoperta però potrebbe cambiare tutto.
La ricerca non si ferma mai e sta cercando soluzioni alle malattie più temibili, come l’Alzheimer, il Parkinson e i vari tipi di cancro. Tra l’altro negli ultimi anni sono aumentate le diagnosi e sembra che sempre più persone, anche giovani, siano a rischio.
Dopo la pandemia di Covid e l’avvento della tecnologia a mRNA, sembrava che anche i tumori fossero destinati a scomparire, ma forse i vaccini attualmente esistenti non sono ancora sufficienti a scongiurare del tutto il pericolo.
Da un team di scienziati però arriva una scoperta che potrebbe finalmente dare la svolta tanto aspettata. Non si tratta di un nuovo farmaco ma di una rivalutazione inerente una difesa che l’organismo potrebbe avere già.
Forse in molti hanno presente il concetto di quando si ha una soluzione davanti agli occhi ma non la si vede. Ebbene, questo potrebbe stare accadendo anche nel comparto salute, e più precisamente nella lotta ai tumori.
Alcuni scienziati hanno effettuato uno studio su una ghiandola che è presente nel corpo, ovvero il timo; ghiandola che da sempre è considerata “inutile”, un po’ come l’appendice o le tonsille, se così possiamo dire. Infatti moltissime persone hanno subito una tonsillectomia e l’operazione ha contribuito a migliorare la salute. Lo stesso dicasi per l’appendice.
Dunque si potrebbe pensare che la cosa funzioni anche per il timo, ma in realtà non è così. il team di ricercatori ha scoperto che le persone che hanno subito la timectomia, cioè la rimozione di questa ghiandola, hanno più probabilità di morire, per tutte le cause, e anche di sviluppare forme di cancro.
Il timo è una ghiandola che fino ad oggi era considerata fondamentale in età pediatrica, ma praticamente inutile in età adulta. Il timo svolge funzione importante quando i bambini sono piccoli, perché produce le cellule T, quelle che combattono infezioni virali e batteriche. Se la ghiandola non funziona correttamente, il soggetto può andare incontro a immunodepressione o al contrario a sviluppare malattie autoimmuni.
Il team di ricercatori si è concentrato nel confronto tra i soggetti che avevano subito una timectomia e quelli che, in età adulta, l’avevano ancora. I risultati sono stati abbastanza sconcertanti: i soggetti senza timo hanno quasi il doppio di probabilità di morte entro 5 anni rispetto agli altri e il doppio di probabilità di sviluppare un tumore, tra l’altro in forma più aggressiva e letale, rispetto ai soggetti che non hanno subito timectomia.
Da questo studio si evince che il nostro organismo ha delle potenziali difese molto efficienti, e che si potrebbero enfatizzare al posto o in concomitanza con le altre terapie farmacologiche attualmente esistenti.
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