I possessori di Partita IVA possono aderire al concordato preventivo: ecco in cosa consiste e come fare per aderire.
Il governo Meloni ha introdotto, attraverso la delega fiscale, il concordato preventivo, una misura che permette ai contribuenti di conoscere in anticipo le tasse che andranno a pagare nel corso dei due anni successivi. Ne consegue che, nel corso dei due anni, le tasse da pagare saranno sempre le stesse, indipendentemente dal fatturato.
Attraverso questa misura il governo vuole rafforzare l’adempimento collaborativo e, nel contempo, rendere la lotta all’evasione fiscale non solo repressiva ma anche preventiva. La misura è rivolta particolarmente alle partite Iva e alle Pmi. Vediamo nel dettaglio come funzione il concordato preventivo e chi può aderirvi.
Il concordato preventivo prevede un accordo tra il titolare della partita Iva e l’Agenzia delle Entrate. La negoziazione tra le due parti porterà alla redazione di una proposta biennale formulata direttamente dagli uffici tributari, nella quale viene definito quale sia l’imponibile dell’azienda sul quale calcolare l’imposta sui redditi e l’Irap.
Meccanismo principale su cui si basa la misura è la fiducia verso il contribuente che dovrà rendere nota la sua posizione tributaria in anticipo, in modo da essere collaborativo con il fisco. Per poter accedere al contratto preventivo, però, bisogna soddisfare una serie di requisiti.
Innanzitutto il contribuente deve avere un voto di affidabilità superiore a 8; non avere dei debiti tributari pari o superiori a 5.000 euro; non aver omesso la presentazione della dichiarazione dei redditi negli ultimi tre periodi d’imposta. Infine il contribuente non deve aver commesso reati fiscali negli ultimi cinque periodi d’imposta.
Al contrario, non possono accedere al concordato preventivo i contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi; quelli condannati per uno dei reati previsti dal decreto legislativo n. 74 del 10 marzo 200, dall’articolo 2621 del Codice Civile o dagli articoli 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 del Codice Penale.
I contribuenti che aderiscono al concordato preventivo possono avere la certezza sulla cifra delle tasse da pagare nel corso dei due anni successivi; hanno una riduzione del rischio di accertamento fiscale e hanno anche la possibilità di ottenere un rinnovo del concordato preventivo alla scadenza del biennio.
Una delle novità introdotte nella lotta all’evasione fiscale è l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale. Il decreto legislativo che attua la delega fiscale prevede infatti una revisione delle norme che ruotano intorno alle attività di analisi del rischio. Per riuscire a centrare questo obiettivo si utilizza l’intelligenza artificiale per riuscire a stanare gli evasori fiscali.
L’Agenzia delle Entrate utilizzerà una serie di informazioni, anche grazie all’interconnessione tra quelle in suo possesso e quelle presenti nei registri pubblici. I controlli saranno effettuati simultaneamente e saranno incrociati i dati provenienti da più Paesi, in modo da prevenire o colpire eventuali fenomeni di evasione fiscale.
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